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Giovanni Garau

Tenente di Vascello - Medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria

 

Giovanni GarauNacque a Cagliari il 3 marzo 1917. Allievo dell'Accademia Navale di Livorno dal 12 gennaio 1935, nel giugno del 1937 conseguì la nomina a Guardiamarina ed il 1° gennaio 1939 la promozione a Sottotenente di Vascello. Dopo brevi imbarchi su unità siluranti di superficie il 1° dicembre 1939 imbarcò sul cacciatorpediniere Turbine, dislocato a Tobruk e con il quale si distinse nell'incarico di Direttore del Tiro.

Il 15 gennaio 1941 imbarcò sul cacciatorpediniere Fulmine dove conseguì la promozione a Tenente di Vascello ed ottenne un encomio per la condotta del tiro durante uno scontro navale.

Nuovamente in missione di scorta a convoglio nel Mediterraneo centrale, il 9 novembre 1941 ilFulmine venne ripetutamente e gravemente colpito dal fuoco di una formazione navale inglese. Con l'unità immobilizzata e prossima all'affondamento, Giovanni Garau dirigeva, stando in coperta e con il complesso di prora, una decisa reazione di fuoco contro le unità inglesi, arrecando loro alcuni danni e, quando ormai la sua unità stava affondando, rifiutò per se la salvezza, provvedendo a far porre in salvo il personale dipendente inabissandosi insieme al suo comandante il Capitano di Corvetta Mario Milano, gravemente ferito nell'azione.

 

Direttore del tiro di Ct. di scorta a convoglio, durante un violento attacco notturno da parte di preponderanti forze navali nemiche che inquadravano e colpivano gravemente la sua unità, immobilizzandola e interrompendo i servizi telefonici, dirigeva in coperta dal complesso di prora un'intensa e decisa reazione di fuoco contro il nemico.

Feriti alcuni dei suoi uomini, cooperava Egli stesso al caricamento dei pezzi perché il tiro proseguisse serrato e martellante contro le navi nemiche, incitando i dipendenti con l'esempio altamente suggestivo e con la parola animatrice. Mentre la sua unità squarciata dal bombardamento avversario lentamente affondava, continuava a combattere e solo allorché l'acqua ebbe raggiunto la coperta dava ordine alla sua gente di mettersi in salvo innalzando al cielo l'ardente grido "Viva il Re". Ma ricusava per se la salvezza, nella suprema fedeltà alla nave, ergendosi solo di faccia al nemico come per suggellare nell'estrema offerta l'eroismo del marinaio e la virtù della stirpe.

 

 

Altre decorazioni:

  • Medaglia di Bronzo al Valore Militare (Cirenaica, giugno 1940).